Eluana, il Tar dà ragione al padre sì al ricorso contro la Regione Lombardia
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Eluana, il Tar dà ragione al padre sì al ricorso contro la Regione Lombardia
Il Tribunale regionale conferma la decisione della Corte d'appello di Milano
Eluana, il Tar dà ragione al padre
sì al ricorso contro la Regione Lombardia
Tratto da "La Repubblica"
26 gennaio 2009
MILANO - Il Tar ha accolto il ricorso del professor Vittorio Angiolini e dell'avvocato Franca Alessio contro la Regione Lombardia e il caso Englaro torna a far discutere.
Prima di tutto, il Tar dice quello che decine di giuristi, tranne una minoranza fortemente orientata non solo dal codice, ma anche dalla religione, affermava: e cioè che la decisione della corte d'appello di Milano rappresenta un accertamento definitivo e non più impugnabile.
Ma non solo. Un padre, che in assenza di leggi, ha colmato i vuoti, passaggio legale dopo passaggio legale, dai primi passi mossi insieme all'avvocato Maria Cristina Morelli a questi ultimi che l'hanno portato a vincere anche in Cassazione, ha quindi il "diritto-potere" di esercitare come di rifiutare le cure in nome e per conto di sua figlia. Papà Beppino, che dal 2000, diceva di essere "la voce di Eluana", può dunque farla sentire e sostenere che quell'"invasione di mani altrui", dopo 17 anni e otto giorni di stato vegetativo persistente, va rifiutata.
C'è un passaggio ancora più profondo, che va in contrasto con alcune richieste della curia torinese: l'obiezione di coscienza, dice il Tar, in questo caso non c'è. Infine, se questo è il quadro, la Regione Lombardia non può negare di sospendere le cure e deve anche indicare la struttura adeguata.
Come si vede, il presidente Roberto Formigoni esce sconfitto sul piano del diritto da questa decisione. Esce sconfitto anche quel gruppo di persone collegate al ministero del Welfare che in questi mesi hanno trasformato una tragedia in una guerra senza esclusione di colpi bassi. "Io - dice il professor Angiolini - ho fatto il possibile per affarmare quello che il signor Englaro mi ha sempre chiesto, di provare a vivere in uno stato di diritto, facendo ogni cosa alla luce del sole. Non ho mai avuto dubbi della vittoria nei tribunali, ma il prezzo personale che ha pagato e che paga la famiglia che assisto è davvero alto".
Eluana, il Tar dà ragione al padre
sì al ricorso contro la Regione Lombardia
Tratto da "La Repubblica"
26 gennaio 2009
MILANO - Il Tar ha accolto il ricorso del professor Vittorio Angiolini e dell'avvocato Franca Alessio contro la Regione Lombardia e il caso Englaro torna a far discutere.
Prima di tutto, il Tar dice quello che decine di giuristi, tranne una minoranza fortemente orientata non solo dal codice, ma anche dalla religione, affermava: e cioè che la decisione della corte d'appello di Milano rappresenta un accertamento definitivo e non più impugnabile.
Ma non solo. Un padre, che in assenza di leggi, ha colmato i vuoti, passaggio legale dopo passaggio legale, dai primi passi mossi insieme all'avvocato Maria Cristina Morelli a questi ultimi che l'hanno portato a vincere anche in Cassazione, ha quindi il "diritto-potere" di esercitare come di rifiutare le cure in nome e per conto di sua figlia. Papà Beppino, che dal 2000, diceva di essere "la voce di Eluana", può dunque farla sentire e sostenere che quell'"invasione di mani altrui", dopo 17 anni e otto giorni di stato vegetativo persistente, va rifiutata.
C'è un passaggio ancora più profondo, che va in contrasto con alcune richieste della curia torinese: l'obiezione di coscienza, dice il Tar, in questo caso non c'è. Infine, se questo è il quadro, la Regione Lombardia non può negare di sospendere le cure e deve anche indicare la struttura adeguata.
Come si vede, il presidente Roberto Formigoni esce sconfitto sul piano del diritto da questa decisione. Esce sconfitto anche quel gruppo di persone collegate al ministero del Welfare che in questi mesi hanno trasformato una tragedia in una guerra senza esclusione di colpi bassi. "Io - dice il professor Angiolini - ho fatto il possibile per affarmare quello che il signor Englaro mi ha sempre chiesto, di provare a vivere in uno stato di diritto, facendo ogni cosa alla luce del sole. Non ho mai avuto dubbi della vittoria nei tribunali, ma il prezzo personale che ha pagato e che paga la famiglia che assisto è davvero alto".
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