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Polemiche sulla riforma della scuola

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Messaggio Da Signorino Steff Ven Ott 10, 2008 11:25 am

Roma, la Gelmini fischiata al liceo

Repubblica — 11 settembre 2008

ROMA - Prima la contestazione al grido di "vergogna" poi sono partiti i fischi, tanto forti da riuscire a zittirla: per il ministro dell' Istruzione, Mariastella Gelmini, lunghi momenti di tensione davanti all' affollata platea riunita nell' aula magna del liceo scientifico romano Isacco Newton per la presentazione del libro di Giovanni Floris "La fabbrica degli ignoranti" presente l' ex ministro dell' Interno Giuliano Amato. Protesta che ha avuto un sorprendente risvolto: alcuni agenti in borghese hanno immediatamente individuato e identificato chi fischiava invitandoli poi cortesemente ad allontanarsi. «Quando è arrivata la Gelmini ero con altri colleghi, le ho detto "vergogna", "fateci lavorare". Subito dopo due agenti in borghese, gentili, ci hanno chiesto i documenti e glieli abbiamo dati - racconta E. W., insegnante precario aderente ai Cobas - Colleghi che conosco mi hanno raccontato che, in sala, anche a loro sono stati chiesti i documenti dopo che avevano interrotto l' intervento del ministro per esprimere il proprio dissenso. Mi pare un' esagerazione». Eppure alla guida della pacifica contestazione c' erano gli insegnanti precari presenti in aula, tutti appartenenti ai coordinamenti sorti in questi giorni per fermare i tagli di cattedre varati dal ministro Berlusconi. Per la Gelmini un attacco frontale che lei ha subito respinto: «Non voglio essere corresponsabile sul numero dei precari, denuncio una situazione che non ho creato io perché sono qua da tre mesi. La situazione è grave, occorre un intervento deciso».

Rivolta contro il ministro Gelmini 'Non siamo insegnanti di serie B'

Repubblica — 26 agosto 2008

E' una rivolta senza precedenti, quella che gli insegnanti pugliesi stanno preparando contro le dichiarazioni del ministro Maria Stella Gelmini a proposito della diversità di prestazioni fra professori del Nord e professori del Sud. «L' indignazione tocca ormai livelli impensabili - dice Maddalena Gissi, segretario generale della Cisl Scuola - tanto che è in corso un vero tam tam di email, messaggi, telefonate. C' è la voglia da parte degli insegnanti della nostra regione, come immagino di tutto il Mezzogiorno, di alzare la voce finalmente». A reagire, questa volta, non sono i rappresentanti istituzionali della categoria, non soltanto loro. Ma è la base: «Sono soprattutto i docenti che vivono la scuola come un impegno nei confronti dell' alunno, prima di tutto, a non voler lasciar correre questa volta», spiega Gissi. Ed è un vero e proprio sfogo per esempio quello di Adele Dentice, insegnante della "San Nicola", scuola di Bari Vecchia. «Se le esternazioni della signora Maria Stella Gelmini fossero state precedute da una mappatura delle scuole italiane - dice - si sarebbero riscontrate le carenze strutturali delle scuole del Meridione, le responsabilità delle amministrazioni comunali e delle province, e l' altissimo numero di istituzioni scolastiche a rischio di devianza socio-culturale, elementi che inevitabilmente abbassano la qualità delle competenze acquisite. E' un po' come lavorare in un pronto soccorso dove bisogna prima procedere sull' urgenza». Da Piergiuseppe Manicone, docente precario, arriva l' invito al ministro a farsi una passeggiata nelle scuole del Sud: «Bisognerebbe che questa signora - dice - venisse costretta ogni anno a cambiare sede, a ricominciare da capo con alunni e colleghi nuovi con la spada di Damocle di una riconferma che è in forse ad ogni inizio di anno scolastico. Bisognerebbe che la nostra signora, si confrontasse ogni giorno con situazioni familiari impensabili, in un contesto sociale disagiato, in periferie ghetto». Affermazioni, quelle del ministro, che per i docenti pugliesi «non stanno né in cielo né in terra».

Si allarga il fronte della protesta anti-Gelmini

Repubblica — 03 ottobre 2008

ROMA - La protesta contro la riforma della scuola targata Gelmini si diffonde. Spontanea, organizzata, ironica o canonica. Ieri presidio di genitori, bambini, precari davanti al palazzo gentiliano di viale Trastevere. Oggi sarà la volta dell' Idv con l' Unicobas. Ma le bordate pesanti arriveranno il 17 ottobre con lo sciopero dei Cobas e a fine mese con la scesa in campo della Cgil. Ma la protesta sale anche nelle università. L' appello è di bloccare le inaugurazioni dell' anno accademico, per difendere la ricerca e la qualità dell' insegnamento, dopo i tagli previsti dal governo. Tra i firmatari Piero Bevilacqua, Alberto Asor Rosa, Gianni Vattimo e Umberto Curi. E il governo? Per il momento parla di scuola. «Proteste di piccole frange marginali che hanno deciso di non guardare nel merito dei problemi» dice il ministro Mariastella Gelmini a proposito delle contestazioni. Innovazioni futuribili a parte, come la lavagna elettronica, il pomeriggio è stato segnato dalle dichiarazioni del premier Berlusconi in una conferenza stampa a Palazzo Chigi. A partire dagli stipendi degli insegnanti: «C' è un egualitarismo che troverebbe cittadinanza solo in un sistema socialista e non in un Paese liberale e democratico come il nostro».

Il dietrofront del ministro Gelmini

Repubblica — 06 settembre 2008

Dietrofront - Causa polemiche e scivolate, salta il primo bagno di folla nel sud Italia del ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini. Il ministro non inaugurerà più l' anno scolastico in Campania, lunedì 15, contrariamente al desiderio espresso dal ministro, progetto poi affidato ad uno staff di lavoro bilaterale, composto dai tecnici di viale Trastevere a Roma e dai collaboratori dell' assessore Corrado Gabriele in Regione. Ufficialmente, il ministro rinuncia per visitare la scuola di San Giuliano di Puglia, in Molise, che il 31 ottobre del 2002 fu devastata dallo spaventoso terremoto, ottavo grado scala Mercalli, che seppellì 27 bambini e una maestra, e provocò il ferimento di altre 35 persone. Tuttavia, nessuno può escludere che abbia pesato, nella decisione di dare forfait, l' escalation di polemiche innescate dal ministro Gelmini dopo le dichiarazioni sul gap di preparazione che separa gli istituti scolastici del nord da quelli del sud; parole che non avrebbero avuto una tale eco se non si fosse scoperto una contraddizione: la Gelmini, bresciana doc, ha sostenuto l' esame di avvocato a Reggio Calabria, nel Mezzogiorno dei "deboli maestri". La sua defezione non piace alla Regione e all' assessore Gabriele. «Rispettiamo, ovvio, il significato della visita in onore dei bimbi morti in Molise: ma questo cambio di programma rende l' immagine di un ministro che volta le spalle all' unica regione che investe 300 milioni di euro nella scuola - osserva Gabriele - e a un esercito di 48 mila ragazzi vittime della dispersione. E lascia scivolare malessere e disagio di tantissimi docenti e personale scolastico che si sono visti fuori come rami secco». Prova a stemperare la delusione, invece il direttore scolastico regionale Alberto Bottino: «C' era questa idea, spiace che salti. Sarà per la prossima volta, restiamo a sua disposizione». è dura e assai amara, invece, la posizione di Angela Cortese, assessore provinciale all' Istruzione e responsabile scuola del Pd. «Brutto segno che il ministro non si confronti sul serio con chi la scuola la fa, la coltiva e la fa crescere, nell' assoluta indifferenza dello Stato centrale.
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Polemiche sulla riforma della scuola Empty Sciopero proclamato dai sindacati

Messaggio Da Signorino Steff Gio Ott 30, 2008 11:29 am

Tutta la scuola scende in piazza Si sfila contro il decreto Gelmini

Hanno già cominciato ad affluire verso piazza della Repubblica, in una giornata che si è aperta con un tempo piovoso, i manifestanti che sfileranno per le vie di Roma per contestare le politiche del Governo in materia di istruzione, in concomitanza con lo sciopero generale della scuola proclamato dai sindacati di categoria (Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda e Snals).
Centinaia di pullman e diversi treni speciali hanno portato a Roma, da tutta Italia, i lavoratori del settore. Ma in piazza ci saranno anche tante famiglie e studenti, compresi gli universitari che sin dall'inizio hanno solidarizzato con la protesta della scuola.
Si contesta il decreto Gelmini, approvato in via definitiva al Senato, che ripristina il maestro unico alle elementari, con il rischio di mettere in discussione la «tenuta» del tempo pieno, ma non solo. Nel mirino ci sono i tagli dei posti di lavoro e degli orari di lezione, il dimensionamento della rete scolastica (con l'accorpamento di istituti con pochi alunni), la mancanza di investimenti nel settore.
Il corteo si snoderà per le vie del centro e arriverà a piazza del Popolo, dove sono previsti i comizi finali.

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